Parrocchia di Galliate

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La chiesa parrocchiale

Progettata in stile neogotico dal sacerdote galliatese don Ercole Marietti, la chiesa parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, fu edificata a partire dal 1851 sulle fondamenta della precedente, probabilmente di origini quattrocentesche. Aperta al culto nel 1862, venne consacrata nel 1873.

La maestosa facciata, scandita da lesene e decorata a bande orizzontali, anticipa la struttura dell’imponente interno, caratterizzato da tre capaci navate e da una luminosa cupola ottagonale.

La chiesa, a croce latina, fu decorata tra il 1883 e il 1888 dai fratelli Mosè, Elia e Daniele Turri di Legnano. Lungo le sue fiancate si aprono otto cappelle: quattro sul lato orientale, nell’ordine occupate dalla Grotta di Lourdes e dagli altari del Crocifisso, di Sant’Antonio da Padova e della Madonna del Rosario; quattro sul fianco occidentale, con il fonte battesimale e gli altari del Sacro Cuore di Gesù, di San Carlo Borromeo e di San Giuseppe; nel transetto sono ospitati l’altare dei Santi Martiri Giusto, Aurelio e Giuseppe Maria Gambaro, e quello dell’Addolorata; nel presbiterio trovano posto la mensa comunitaria, l’altar maggiore e un ampio coro ligneo.

   

Tra le opere d’arte presenti nella parrocchiale, si segnalano: in controfacciata, la «Gloria dei santi apostoli Pietro e Paolo», grande tela di Giuseppe Antonio Tosi detto il Cuzzio (anni Trenta del XVIII secolo); i due affreschi (entrambi nella seconda cappella di destra) del «Cristo morto» e della «Madonna del Latte» (secoli XV-XVI); statue di santi francescani (nella “cappella dei frati”); l’altare del Rosario (1822), con la statua dell’omonima Madonna; la seicentesca tela di «Sant’Antonio da Padova con Gesù Bambino», di Bartolomeo Vandoni (sopra l’ingresso di levante); il fonte battesimale (1820), sormontato dal settecentesco gruppo del Crocifisso; l’altare neogotico del Marietti (metà XIX secolo) con la statua del Sacro Cuore (1908) e, a lato, quella di san Pio da Petralcina (1999), del galliatese Luciano Gabrielli (nella seconda cappella di sinistra); un bel paliotto di scagliola firmato dal Rapa (1726) e la statua di san Carlo dell’Argenti (1863); l’antico medaglione di san Dionigi (nell’ultima cappella di sinistra), incastonato nell’altare dell’architetto Edoardo Mella (1862), con al centro la statua di san Giuseppe (1891).

      

Nei transetti, sono esposte quattro grandi tele (già ante d’organo) di Giovanni Maria Lanavetera (1591 circa): «Nascita della Vergine», «Primato di Pietro», «Conversione di Paolo», «Assunzione di Maria». In quello di destra, sono inoltre presenti l’altare (del 1866) con la statua dell’Addolorata (dei serviti della Scaglia) e una «Deposizione» (forse del XVI secolo); nel transetto di sinistra, il quadro dei «Santi Martiri Giusto e Aurelio protettori del Borgo» (1762), la statua di san Giuseppe Maria Gambaro (1946), l’altare dei Martiri (dell’ingegner Pietro Moraglia, 1870 circa), la riproduzione delle due tavole (custodite nella casa parrocchiale) di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, raffiguranti i «Santi Apostoli Pietro e Paolo» (fine XV secolo). Sopra le porte delle due sacrestie, i gruppi statuari dei santi Pietro e Paolo, del milanese Giovanni Battista Dominioni (1693).

Di notevole impatto visivo, infine, sia l’altare comunitario e il nuovo ambone, entrambi manufatti lignei di Luciano Gabrielli (1994), sia il monumentale altar maggiore, progettato dall’architetto Giacomo Moraglia (1860 circa), con sculture di Giovanni Donati e Melchisedecco Tacchini.

Roberto Cardano

Ultimo aggiornamento: 06 Ott 2023