L’oratorio di Sant’Antonio è sede dell’antica confraternita dei Santi Dionigi e Antonio Abate, il primo per anzianità tra i sodalizi religiosi galliatesi; esistente almeno a partire dal 1551, il gruppo prese il nome di arciconfraternita della Buona Morte nel 1634.
La chiesa attuale fu costruita tra il 1750 e il 1753 lungo il perimetro dell’antico fossato che circondava il borgo, appena fuori dalla porta di Gesano (o di San Giovanni), a ridosso di un preesistente edificio sacro, testimoniato, con la dedicazione a San Dionigi, sin dal 1470. L’attuale chiesa, rivolta verso levante, conserva l’originaria facciata settecentesca in cotto a vista.
L’interno, composto da una sola navata, fu provvisto dell’attuale altar maggiore solo nel 1816; un secondo altare, dedicato a Sant’Anna, si trova nell’omonima cappella lungo la fiancata meridionale. Alle pareti diverse tele, tra cui un pregevole «Battesimo di Agostino», la grande pala di sant’Ignazio da Loyola (nel coro) e i due tondi dei santi martiri Giusto e Aurelio. Interessante il settecentesco stendardo processionale dell’arciconfratenita, con i santi protettori Antonio e Dionigi.
Il nuovo altare comunitario, insieme al leggio, è stato realizzato dallo scultore Galliatese Luciano Gabrielli.
Roberto Cardano