Audio auguri sacerdoti:
“Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: “Pace a voi!”. Otto giorni fa abbiamo celebrato la Pasqua e Gesù, come ai discepoli, anche a noi ha fatto arrivare la pace e ci ha detto di incontrarlo in Galilea, cioè nella vita quotidiana. Ogni otto giorni Lui arriva in mezzo a noi e come gli apostoli, anche noi in questo momento, viviamo la nostalgia e l’amarezza per non poterlo incontrare nell’Eucaristia. Dove, allora, poterlo incontrare? Il primo luogo è sicuramente nello spazio della nostra casa. Valorizziamolo perché possa diventare uno spazio eucaristico e far sì che la nostra casa si trasformi in una chiesa domestica, la chiesa delle prime comunità cristiane. Rileggendo i capitoli sedicesimi della Lettera ai Romani e della Prima Lettera ai Corinzi, riscopriamo un’infinità di nomi di persone e delle loro case. Lì si incomincia a costruire la comunità. La casa diventa uno spazio eucaristico, non solo uno spazio fisico.
Uno spazio che apre al mondo, in modo particolare in questo tempo di pandemia che, essendo diventato stretto, ha bisogno di essere allargato. Riempiamo lo spazio della casa con i volti e con il cuore delle persone vicine a noi per parentela, per amicizia, per affinità, popoliamolo con il cuore e i volti delle persone che in questi giorni sono nella preoccupazione, nel dolore; colmiamolo con il cuore e con i volti delle persone che abbiamo messo in disparte, che non ci interessano più, che abbiamo abbandonato. È giunto il momento di recuperare tutto questo per offrire al Signore il frutto della terra e del lavoro di ognuno di noi. Allora l’Eucaristia non ci mancherà.