Parrocchia di Galliate

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In attesa di celebrare l’Eucarestia – Testimoni della Parola per dare forza alla vita [don Ernesto]

17 Mag 2020 | Scritto da Parrocchia Galliate

Ascolta l’audio: https://www.parrocchiagalliate.it/wp-content/uploads/2020/05/bp200517-Testimoni_della_Parola_per_dare_forza_alla_Vita.mp3

Prendo in prestito tre versetti dei brani della Parola di Dio che questa domenica ci offre. Sono le ultime attese prima di accedere la prossima settimana e domenica 24 maggio alla celebrazione dell’Eucaristia nella sua pienezza.
“Non vi lascerò orfani; verrò da voi”(Giovanni 14, 18), in questa lunga attesa, ormai giunta al termine, il tempo non si è fermato e soprattutto il Cristo Risorto, anche se non ce ne siamo accorti, ha sempre camminato con noi. Dobbiamo esserne certi, non siamo stati lasciati “orfani”. E’ stato il tempo della riscoperta del valore della Parola di Dio che ha accompagnato la nostra vita.
“Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”(Pietro 1, 3-15), è questa la seconda espressione che prendo dalla seconda lettura tolta dalla lettera di Pietro. L’importanza della speranza in questi tempi è balzata alla ribalta insistentemente. Non per niente le nostre famiglie, proprio in questa domenica con i loro figli, si ritrovano sui social a riflettere su questa virtù. L’arcivescovo di Montevideo, Mons. Carlo Parteli, durante gli anni duri e bui della dittatura affermava: “Siamo chiamati a saper scorgere in ogni freddo inverno i germogli della primavera”. Non è quanto abbiamo vissuto anche noi in questo tempo di pandemia? Quante parole di consolazione sono sgorgate in mezzo a tanti dolori e sofferenze che ancora continuano!
“E vi fu grande gioia in quella città” (Atti 8, 8), è la terza sottolineatura che propongo, tolta dagli Atti degli Apostoli. Recuperare la gioia è l’aspirazione di tutti noi sia come persone che come comunità. Mons. Tonino Bello aveva predicato a Lourdes gli esercizi spirituali ai sacerdoti ammalati intitolandoli “I cirenei della Gioia”. Espressione questa ancora attuale per assumere quanto affermavano i vescovi nel Concilio Ecumenico Vaticano II: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.

Don Ernesto

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