Condividiamo una testimonianza, forte ma interamente vera, di un infermiere; ci scusiamo per qualche piccolo “francesismo”, ma è decisamente da leggere:
STATE A CASA!
di Paolo Baldini
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Sapete cosa sta succedendo nei territori del lodigiano dove tutto è’ partito ? i cittadini che chiamano la centrale operativa del 118 dove io lavoro chiedono aiuto.
Ma sapete cosa chiedono ? Chiedono semplicemente aiuto.Non pretendono nulla.E incredibilmente non urlano,non minacciano,non insultano.Sono gentili,ci chiedono scusa per il disturbo e pazientemente e pacatamente attendono ore prima che qualcuno possa ascoltarli ,e sperano, aiutarli anche solo al telefono.
Voi che li non ci vivete non capirete subito il perché sono così remissivi e rassegnati.
Io si.E cerco di spiegarvelo.
Mi chiama Lucia.Vive in una Casa a due piani.Lucia ha 55 anni abita al piano di sopra ed e’ In quarantena con i suoi due figli. Le chiedo chi ha bisogno.Mi dice sua madre che abita al piano di sotto.Le chiedo se hanno avuto contatti con persone positive per coronavirus.
Lei inizia.Gianni suo marito 57 anni e’ ricoverato in rianimazione.intubato.Stefano suo fratello 49 anni e’ morto l’altro ieri in rianimazione.Non la stessa rianimazione dove è ricoverato il marito perché non c’era più posto quando è’ stato male.
Suo marito e’ stato portato via una settimana fa in ambulanza per febbre e affanno respiratorio.Da allora Lucia non lo vede e non lo sente più.Attende tutto il giorno una telefonata dal personale del reparto per sapere se suo marito e’ ancora vivo e se ci sono progressi. La voce le trema mentre me lo dice e io non ho il coraggio di interromperla.Non me la sento di interrompere il suo racconto anche se ho venti chiamate che attendono dopo di lei. E’ Così da giorni e cosi continuerà per molti altri giorni ancora,ne sono certo.Alla fine prende fiato e io posso continuare a capire come aiutarla. Mi spiega che chiama per sua mamma.La mamma di Lucia abita al piano inferiore. 88 anni. Febbre da diversi giorni.astenia.Tosse.dispnea.Medico curante la segue.Lucia e sua mamma sono fortunate.Il loro medico non è’ malato o in quarantena.Il medico nei giorni scorsi gli ha fatto fare una lastra e gli ha fatto arrivare l’ossigeno perché respira male da un giorno.Mi dice che il medico ha appena visitato la mamma e consiglia il ricovero in ospedale perché non sa più come gestire a casa la situazione.Aggiunge che il medico voleva parlare con noi ma dopo un’ora di attesa al telefono e’ dovuto andare da un altra paziente.Le chiedo scusa per l’attesa cercando di spiegarle che siamo letteralmente inondati da chiamate di soccorso e che non ce la facciamo ma lei mi interrompe e mi dice :“Non dovete scusarvi.Voi fate fin troppo”.
Lei che consola me.Porca puttana.
Le propongo un mezzo di soccorso per portare la madre in ospedale. Le premetto però che ci vorrà del tempo e che non sono certo di poterla portare all’ospedale di Lodi dove è’ ricoverato suo marito.
Lei mi blocca. La sua voce è’ calma ma decisa.Ho la sensazione di dovermi preparare a discutere.Sono stanco e egoisticamente non ho più voglia di parlare con nessuno,ho la nausea nel sentire sempre le stesse storie,la stessa sofferenza e lo stesso dolore.Poi penso che tra un’ ora ho finito il turno ed ancora piu egoisticamente mi immagino già nel letto a dormire.Lucia invece mi da una lezione di vita che ancora oggi due giorni dopo e’ ben impressa nella mia mente e nel mio cuore.Lucia mi dice che non vuole portare la mamma in ospedale.Mi spiega che ha già perso un fratello senza poterlo salutare e senza poter andare al suo funerale e che non vede e sente suo marito da dieci giorni.Mi dice che non vuole che sua madre muoia in ospedale.Aggiunge:”so perfettamente che in ospedale riuscite a malapena a stare dietro ai pazienti giovani e so perfettamente che se mando mia mamma in ospedale la lasciate morire da sola perché non avete tempo di curarla”
Lo dice senza astio ma con una consapevolezza che mi gela il sangue.Io rimango in silenzio perché so che ha perfettamente ragione ma non riesco a dirle che purtroppo è’ cosi.Lei capisce il mio l silenzio e prosegue :“Vi chiedo solo qualcuno che mi dica che sto facendo la cosa giusta e che mi permetta di farla morire dignitosamente a casa senza soffrire”
Mi fermo qui. Non vi aggiungo altro.Vi dico solo che la mamma di Lucia e’ morta a casa sua un’ora dopo.
Magari un giorno andrò dalla signora Lucia per abbracciarla e per dirle che ha fatto la cosa giusta.Perche’ se fossi un padre vorrei avere una figlia come lei.
La signora Lucia e’ solo una goccia. Non avete idea di che mare enorme di malattia sofferenza e dolore questa pandemia sta creando.E non illudetevi che possa accadere agli altri e non a voi.
Quando vi supplichiamo di stare a casa e vi diciamo che siamo al collasso non scherziamo.Negli ospedali non ci sono più posti nemmeno per i giovani.Noi sanitari ci stiamo ammalando e l’epidemia si sta allargando.
Lodi,codogno sono città piccole.Oggi Le vedete le foto dei camion che portano vie le bare a bergamo?Sapete quanti abitanti ha milano ?A milano gli ospedali sono già pieni di pazienti Ma nessuno di questi pazienti e’ residente a milano. Indovinate un po’ da dove arrivano?
Fatevi due conti. Anche se non siete esperti in matematica.
Se questa pandemia arriva seriamente a milano quello che sta succedendo a Bergamo vi sembrerà una passeggiata.Rimpiango di non essere in Cina dove si può chiudere tutto con l’esercito.Perche’ questo ci vorrebbe.
Quindi vi supplico.Voi che siete sani fate un Passo indietro.Perche potreste essere positivi per il covid e senza saperlo infettate tutto e tutti uscendo di casa.
Non vi chiediamo molto.Solo di stare in casa.Per favore.
Noi non molliamo un cazzo ma voi dateci una mano e fate il vostro.
Paolo Baldini infermiere 118SOREU pianura Lombardia.
#stateacasa
#nonsimollauncazzo
#chiudetetutto