Carissimi, come sacerdoti della comunità di Galliate vogliamo stare accanto ad ognuno di voi in questi momenti duri e difficili, non per questo privi di speranza. I messaggi, che anche voi inviate attraverso i mass-media, percorrono via etere questo cammino. La parola di speranza sopraggiunge sul far della sera quando nell’inno della recita dei Vespri proclamiamo la prima strofa: “Accogli, o Dio pietoso, le preghiere e le lacrime che il tuo popolo effonde in questo tempo santo”. Lacrime per le tante persone sofferenti per la perdita di persone care, persone ammalate o sole, persone con problemi economici che si trovano al margine della società. Preghiere che vogliamo raggiungano ciascuno di noi per animare la speranza a partire dal sussidio della CEI: “Celebrare e pregare in tempo di epidemia” fino ad arrivare alle tantissime altre da voi inviate e di cui siamo chiamati a fare tesoro, mancando purtroppo la vita sacramentaria e in particolare l’Eucaristia.
Questa realtà ci porta pure a “stare in casa”; è una scelta importante di responsabilità.
Per questo condividiamo con voi una piccola ma significativa riflessione di mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta, deceduto a 58 anni per un tumore allo stomaco il 20 aprile 1993. Il titolo della riflessione è: “Il cielo in una stanza”. Riprende il nome di una canzone di Gino Paoli e una scritta in un convento: “La cella sia per te come il cielo”.
Don Tonino da queste due immagini spazia sui vasti orizzonti della vita. In questo periodo anche noi siamo chiamati a vivere nelle ristrettezze delle nostre case. Valorizziamo il tempo di quaresima prendendo a cuore la Parola di Dio, scelta per il nostro cammino comunitario in preparazione alla Pasqua. La nostra vita a partire dalla Parola costruisca una comunità più fraterna e solidale aperta al mondo.
don Ernesto, don Michele, don Alessandro, don Mario, don Giorgio
Le parole di don Tonino Bello:
Il sussidio CEI “Celebrare e pregare in tempo di epidemia”: